SANDRO FOTI


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Islanda

VIAGGI

I miei Viaggi: L'ISLANDA
Reykjavik, Akureyri, Grindavik, Keflavik, Skutustadagigar, Viti, Dimmuborgir, Grjotagja, Namafjall e Krafla, Gullfoss, Kerid, Blaa Lonid (Laguna Blu), Thingvellir, Lago Myvatn

Questo viaggio è stato fatto in occasione delle ferie estive del 2001.
Ho deciso di non percorrere il perimetro esterno dell'isola (come abitualmente fanno tutti i turisti), ma di prenotare un albergo a Reykjavik ed ogni giorno fare un'escursione con i pullman, visitando tutta la zona centromeridionale. Successivamente, con un volo interno ho raggiunto Akureyri, ed ho visitato la zona nordorientale.
Presso l'ufficio del turismo a Reykjavik, ho trovato un ottima accoglienza ed ho potuto decidere con tutta calma i percorsi che mi interessavano.
Purtroppo, l'unica nota dolente sono i prezzi, che sono i più alti d'Europa, sia per gli alberghi sia per i ristoranti, ma l'Islanda è un paese unico e indimenticabile. Per le vostre vacanze, vi consiglio di consultare le offerte degli Hotel della città di Reykjavik, selezionate da trivago, noto e utilissimo portale di informazione turistica.
I fenomeni vulcanici e geotermici (geyser, fonti termali, soffioni, colate laviche, pozze fangose bollenti, crateri) caratterizzano in parte il paesaggio islandese. Per il resto, il paesaggio è scolpito e modellato dai fiumi che scendono dai ghiacciai.
Il clima, grazie ai venti provenienti dall'Atlantico, è abbastanza mite durante l'inverno. Ma l'aspetto negativo di questa aria calda sono le frequenti piogge. Per fortuna durano pochissimo. La temperatura media a Reykjavik a luglio è di 10-14°C.
Tra maggio e i primi di agosto, l'Islanda non è mai completamente al buio, al contrario d'inverno ci sono nella giornata solo 3 o 4 ore di luce crepuscolare.
Una caratteristica del paesaggio è la pressoché assoluta mancanza di alberi, tuttavia è in atto un massiccio intervento di forestazione. Impressionante è la varietà ed il numero degli uccelli marini.
Quella di Reykjavik è stata la prima zona d'Islanda ad essere stata colonizzata. Il fondatore battezzò la città "baia fumosa" a causa del vapore che si alzava dal suolo. Nonostante i suoi abitanti siano solo 177000, la città è una moderna capitale europea. Le abitazioni sono a uno o due piani molto colorate. Un po' meno pittoreschi sono invece i sobborghi.
La città è cresciuta intorno ad un bel lago (Tjorn), dove la sera tantissimi genitori e bimbi vanno a dare da mangiare agli uccelli di almeno quaranta specie differenti.
L'acqua calda della doccia ha un odore un po' solfureo. Ad est dell'aeroporto sorge un complesso di sei cisterne di acqua calda tra gli 80 e i 90°C. Quest'acqua (24 milioni di litri!), proveniente direttamente dal centro della terra, è utilizzata, oltre che per la doccia, anche per il riscaldamento ed è fatta passare in serpentine sotto le strade della città per una facile rimozione della neve e del ghiaccio.
Ho assistito allo spettacolo di "Volcano Show" in un cinema molto spartano a gestione familiare (quello del mio oratorio, da bambino, era più bello e più grande), ma il documentario è molto suggestivo ed illustra l'incubo vulcanico al quale sono sottoposti gli islandesi.
Bellissima è la passeggiata sul lungo mare soprattutto in occasione di una splendida giornata di sole. Si raggiunge la casa Hofoi che vide nel 1986 l'infruttuoso incontro tra Reagen e Gorbaciov. Un piccolo chiosco nel giardino botanico serve caffè e dessert a prezzi convenienti.
La mattina di buon ora, il pullman ci viene a prendere sotto l'albergo per la nostra prima escursione.
La prima tappa è Nesjavellir. Un area geotermica e un campo di trivellazione che forniscono 190 megawatt. La temperatura di un pozzo, profondo 2000 metri, raggiunge i 400°C ed il vapore che fuoriesce provoca un rumore simile a un motore a reazione. Attualmente la vallata fornisce l'energia al riscaldamento di Reykjavik.
Pochi chilometri a nord entriamo nel parco nazionale di Pingvllir. Questo è il luogo di maggior importanza storica per la nazione, in quanto sede un tempo dell'Assemblea Costituente. Qui è molto evidente la frattura tra la placca atlantica e quella europea. Nei dintorni del lago si trovano molte villette, residenza estiva e per i week-end degli abitanti di Reykjavik.
Lungo la strada incontriamo mandrie di cavalli che pascolano liberi nella campagna e a tratti occorre fermarci per lasciarli passare. Il cavallo islandese ha una vistosa criniera che lo protegge dalla condizioni estreme durante l'inverno.
Ed eccoci a Geysir, la zona geotermale famosa in tutto il mondo. In un insieme di crateri e sorgenti di acqua bollente, troviamo i geyser, tra cui Strokkur è il più spettacolare. Ci avviciniamo al gayser in una sua apparente tranquillità. Nel centro il livello dell'acqua (tra il ribollire) si alza e si abbassa di 50 centimetri (come se respirasse), ma ad un tratto, accompagnata da una fragorosa esplosione, si eleva una colonna d'acqua di 25 metri. Attenzione ad non avvicinarsi troppo. La "safety line" è rappresentata da uno spago fissato tra picchetti di legno alti 40 centimetri.
Nuovo giorno e nuova escursione. Raggiungiamo Gullfoss ed ammiriamo le due cascate le più fotografate d'Islanda.
Dopo una breve sosta a Skalholt, importante centro teologico, che fece storia nelle riforme religiose, arriviamo a Kerid.
Kerid è un cratere profondo 55 metri, che accoglie un inaccessibile lago verde.
Un ultima sosta è presso Hveragerdi, una fiorente cittadina di serre riscaldate dal calore geotermico. Al suo interno crescono, addirittura, piante tropicali.
Il panorama della penisola di Reykjanes è caratterizzato da vecchie colate laviche in parte coperte da muschio verde giallastro.
In questo paesaggio lunare troviamo "Laguna Blu", stabilimento balneare, famoso per le sue qualità terapeutiche. Il lago azzurro ha un alto contenuto di fango di silice combinato con alghe. Grandi nubi di vapore si alzano tra lo sfondo di formazioni vulcaniche circostanti.
Dopo una "terapeutica sguazzata", raggiungiamo Grindavik, simpatico villaggio di pescatori di duemila abitanti. La zona è ricca di fenomeni vulcanici, tanto che il pulmino percorre strade sterrate e a tratti occorre fermarsi per l'enorme quantità di uccelli che si posano lungo il percorso. Mangiamo in una locanda dove, naturalmente, si mangia un ottima zuppa di pesce, in compagnia dei pescatori.
Arriviamo fino al faro sulla punta estrema della penisola di Reykjanes.
E' giunto il momento di trasferirci dall'altra parte dell'isola. Di buon ora, con un taxi, arriviamo all'aeroporto di Reykjavik. Qui ci attende un Fokker 50, che, in meno di un ora di volo, ci porta a Akureyri nella zona nordorientale dell'Islanda a pochi chilometri dal circolo polare artico. In volo possiamo ammirare gli enormi ghiacciai che ricoprono grandi aree dell'isola.
Qui la temperatura è di 6°C, ma nel corso del nostro giro, raggiungerà i 4°C (fine luglio!).
La cittadina è molto bella e gli abitanti fanno di tutto per migliorarla ulteriormente. I dintorni sono oggetto dei programmi più entusiasmanti di rimboschimento.
Dopo aver costeggiato il fiordo di Akureyri ci inoltriamo nell'interno fino a raggiungere Godafoss, la cascata degli Dei. Il nome non deriva da caratteristiche estetiche, pur sempre notevoli, ma da ragioni teologiche e religiose.
Proseguiamo sulla strada numero 1, che segue il perimetro fino a raggiungere il lago Mivatn, detto "il lago dei moscerini". Il lago ha una superficie di 37 kmq ed una profondità massima di solo 2,5 metri. Comunque, data la rigida temperatura, non c'erano i famosi moscerini! Il lago contiene 50 isole, che si sono formate dalla caduta della lava nell'acqua ed è caratterizzata dalla presenza di numerose colonie di uccelli.
La strada si inerpica fino ad arrivare al cratere Viti, che non a caso significa "inferno". Il cratere, formatosi in seguito ad un'esplosione, ha un diametro di 320 metri. Al suo interno, sulla parete nord, c'era ancora della neve.
Namafjall è un'area color pastello, nella zona del monte Krafla, ricoperta da bocche di fango bollente e vapori di zolfo.
A Dimmuborgir le formazioni di lava vengono assimilate a figure di animali così dice la guida (però occorre molta fantasia!) ad archi naturali e grotte.
Ci fermiamo a Grjotagja, una spaccatura tra i continenti americano ed europeo. Ci infiliamo all'interno dove troviamo un lago con l'acqua attualmente a 50°C, ma un tempo era possibile fare il bagno. Fino al 1990 la temperatura era salita a 60°C, per poi discendere di un grado l'anno.
Le guide locali parlano tutte inglese e solo poche l'italiano, a differenza di un tour organizzato dall'Italia.
A breve spero di tornare, questa volta in MTB, per un giro nell'entroterra. Per viaggiare in auto e per proprio conto nell'entroterra è obbligatorio seguire delle regole. In particolare sulle strade interne ci sono solo tre stazioni di servizio, si viaggia solo su strade indicate con la lettera F ed occorre portarsi un kit con parti di ricambio.
Tratto dal racconto di Nicole e Jean Bernard Feller (Svizzera) nel libro "Islanda di Deanna Swaney ed. EDT": "Noi fanatici della mountain bike e dei paesi nordici abbiamo attraversato l'Islanda da nord a sud. E' stata la migliore esperienza della nostra vita, ma una delle più difficili."

Oggi, Settembre 2006, posso dire "L'HO FATTO!!!".
Vedi Islanda in MTB.



I ragazzi nel periodo di vacanza sono tutti impegnati dal comune in lavori di manutenzione pubblica o giardinaggio.
Il governo impone di destinare metà del guadagno per future spese scolastiche.

Curiosità:
Il cognome di un islandese è formato dal nome del padre seguito da "son" se maschio e "dottir" se donna. Per esempio Jon, figlio di Eric avrà il nome Jon Ericson. Questo porta al fatto che fratello e sorella portino un cognome diverso. Solamente il 10% degli islandesi ha un cognome vero e proprio, che nella maggior parte dei casi risale al tempo della colonizzazione.
La popolazione islandese è di circa 266.000 persone, ma ha un incremento annuale del 1,5% annuo. Circa 170.000 persone vivono a Reykjavik (in islandese "baia fumosa" a causa del vapore che si alza dal suolo).
Un dato interessante è che oltre il 70% dei primogeniti nasce da coppie non sposate.
L'Islanda è molto protettiva della sua lingua al punto di rifiutare la parole straniere di nuove tecnologie. La parola che indica "computer" è "tolva", ovvero una combinazione delle parole "numero" e "profeta".
Oltre alla strada costiera, che percorre tutto il perimetro, ci sono molte strade interne per le quali è obbligatorio usare un auto a quattro ruote motrici, e comunque, è vietato percorrere strade non segnate con cartelli.
E' inoltre obbligatorio equipaggiarsi di un cospicuo set di parti di ricambio prima di affrontare un percorso interno.



Note tecniche:
L'abbigliamento deve essere sportivo, medio pesante, maglione di lana, scarponcini e scarpe da ginnastica, giacca a vento, occhiali da sole, e costume da bagno.
Presso la banca Landsbanki Island non si paga commissione ed il tasso di cambio è buono.

La società dell'idrogeno:
Quando i tecnici fecero dei fori di trivellazione sul monte Krafla, colpirono la camera di vapore e si verificò una grossa esplosione, tanto che le trivelle furono ritrovate a 3 km di distanza. Questo deve far pensare all'enorme energia presente nel sottosuolo. Gli islandesi sono coscienti di questo pericolo, ma anche dell'enorme ricchezza che porta. Il riscaldamento, il gas, l'energia idraulica delle cascate è fin troppo per una popolazione di 266000 persone. Il loro traguardo è l'utilizzo dell'idrogeno come nuovo carburante. Per produrre l'idrogeno è necessario moltissima energia. Loro l'energia ce l'hanno, e gratis! Il programma della Landsvirkjun (la nostra Enel) prevede in alcune fasi di sviluppare il motore a celle combustibili, istallandolo gradualmente sugli autobus, poi sulle automobili private ed infine sulle navi da pesca. Traguardo finale: vendere l'idrogeno!!!. Non dimentichiamo che sono a metà strada tra l'Europa e l'America.

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